6 gennaio 2012
...Che poi entri nella Feltrinelli e ti trasformi in un intellettuale vagamente di sinistra grande intenditore.
...Vai da Elite e divieni gran gourmet, espertissimo di salse speziate e contorni sfiziosi.
...Entri al cinema e sei il nuovo Morandini, scopri sfumature e inquadrature che nessuno avrebbe notato.
Ne consegue che ognuno crea il proprio personaggio a seconda delle circostanze e delle "sfide" che si trova ad affrontare quotidianamente, bella scoperta.
Peter Sellers, uno dei più grandi attori di tutti i tempi, sosteneva di non esistere come Peter Sellers, egli esisteva come ispettore Clouseau, come dottor Stranamore, come dottor Manchu, ma mai
semplicemente come Peter Sellers.
Quindi stamattina mi sveglio con la domanda: chi sono veramente io? chi sono veramente gli altri? Poichè bene o male la mia fase adolescienziale scoordinata di perdita o scoperta della mia
personalità l'ho superata, posso a buon diritto affermare che io sono in effetti tutto quello che faccio, tutto ciò che scrivo, tutto ciò che disegno, tutto ciò che progetto, tutto ciò che
compro, tutto ciò che dico e che smentisco, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno uno scopo che lega tutti questi eventi.
E' per questo che alla morte di grandissime personalità ci sono folle oceaniche pronte a strappare pezzetti di stoffa (o pezzi di carne) della veste del proprio eroe, è per questo che si vogliono
toccare con mano i miracoli dei santi, o le opere dei grandi statisti. Quando si possiedono milioni di ammiratori la fede non basta, tutti vogliono una traccia del passaggio del mito, forse hanno
paura di essere talmente tanti che non basti aver creduto ma che ci voglia una prova tangibile di cosa li ha convinti a credere. Stavo per scrivere che al contrario a chi ha pochi ammiratori
questo non accade, ma non è così, io stesso vorrei una traccia di chi mi lascia da conservare gelosamente. Quel che rimane a noi altri dunque è una traccia del passaggio, dovrebbe ricordarci
perchè abbiamo creduto, perchè abbiamo sperato, ma in realtà ci ricorda solo che è passato e non perchè è passato, questo perchè probabilmente un disegno evidendente di ogni atto della nostra
vita o della vita del mondo non esiste, dunque è giusto vivere e intendere la vita come una successione di grandi prove d'attore e non un percorso unico: non un unico spettacolo, ma un
abbonamente a miliardi di spettacoli tutti bellissimi.
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