31 luglio 2012
20 maggio 2012
...arriva il momento in cui la composizione prende vita propria; i negativi urbani, gli assi di riferimento e le immagini archetipiche la nutrono al punto da renderla gigantesca, torreggiante, sovrastante, impazzita, sussultante, ribelle. Essa divora insaziabilmente i nuovi spunti, li inglobato nel sistema oppure li cancella esprimendo così un potere di scelta che non le compete. Quando la composizione è assolutamente ingovernabile lì c'è la misura che rivela il grande compositore...
15 aprile 2012
...l'impazienza e la fretta (analogamente ad ogni azione quotidiana) sono le più grandi nemiche del comporre.
14 aprile 2012
...Certamente l'architettura è nella struttura d'una scala, certamente è nel dettaglio tecnologico d'una scala, certamente è nel disegno d'una scala, certamente è nello spazio che circonda una
scala, certamente è nel materiale prescelto per realizzare una scala, ma certamente l'architettura non è nel disegno bidimensionale d'una scala...
24 marzo 2012
...nell'attesa mi sono trovato ad oltrepassare porta del popolo e a contemplarne l'immensa piazza valadieriana, soffermandomi davanti all'obelisco e circumnavigandolo un paio di volte. Mentre camminavo mi rendevo conto quanto l'architettura complessiva di quel luogo non fosse altro che un enorme raccolta di lunghi episodi prospettici in successione: i tre fornici con la piazzetta, l'obelisco e lo sguardo che s'allarga alle grandi esedre, il tridente scandito dalle chiese gemelle. Sembra che ci sia una trama dietro questo 3-1-3, ma al di là di ciò che può suggerire una fervida immaginazione romanzesca ciò che conta è che l'architettura è un respiro, gonfiare e sgonfiare, ridere e piangere, vivere e morire. L'architettura è l'inizio e la fine di un racconto, è vera arte quando viene protesa al futuro, nell'attesa che qualcuno riprenda il filo della storia...
10 marzo 2012
...indipendentemente dall'approccio iniziale si giunge sempre al conflitto di attribuzione tra contesto (idealizzato) e schema (o segno). La composizione comporta sempre dei rischi il cui risultato può essere frustrante o estremamente appagante; il momento successivo alla disposizione dei componenti generici dovrebbe prevedere la possibilità di suddividere questi ultimi tra contesto e schema, in questo modo sarà possibile lavorare anche in due campi, questa scissione faciliterà il conseguimento di un risultato sintetico: se un livello della composizione è risolto in sé stesso esso apparirà risolto in sè stesso anche se immerso in altri livelli, più livelli risolti fanno una composizione risolta e quindi chiusa...
10 febbraio 2012
29 gennaio 2012
...E se è indiscutibilmente vero che l'uomo non è un creatore bensì un traformatore, un plasmatore, un artigiano prima che un artista, allo stesso modo è vero che nella composizione (come
daltronde significa la parola stessa) non è possibile nè distruggere nè creare nulla. La composizione è un procedimento che comporta modifiche sostanziali, arretramenti minimi, emersioni della
materia dalla memoria passata, sovrapposizioni future nate da presupposti di memorie passate, ma la proporzione, l'euritmia, il peso, la luce, l'ordine, la distanza, il tempo e lo spazio
conducono ogni azione possibile; eppure la distruzione (intesa ad esempio come l'annientamento di uno dei piani della memoria, come il tentativo maoista di distruggere la muraglia cinese) e la
creazione (come il tentativo di progettare una nuova colonia usando un linguaggio senza radici) sono azioni impossibili. Le tracce rimangono sempre, compongono il nostro campo d'azione, se
vengono ignorate rimarranno integre e quindi confrontabili, se vengono cancellate riemergeranno più distanti nello spazio o nel tempo, se vengono esaltate potrebbero avere il sopravvento sulla
composizione; dunque non rimane che includerle nella composizione come un elemento qualunque di quest'ultima...
Non rappresenta mai la realtà, e non si tratta di una considerazione banalizzabile con la conclusione che il disegno sia solo una rappresentazione di come l'autore vede la realtà più che una rappresentazione fedele di quest'ultima. Il disegno è una pratica composta tanto da rituali e ritualità, quanto da tecniche e tecnicismi, è un linguaggio complesso e complessato, compassato e di compasso, segue un ritmo autoriale proteso al rispetto di un ordine ben preciso, ma questo non gli impedisce di cedere all'incoerenza, perché spesso per raggiungere la prefigurazione è necessario creare un'illusione, è necessario suggerire all'occhio una profondità che la tecnica da sola non è capace di rendere o di esaurire compiutamente. L'intuizione vale più di un milione di calcoli, una serratura vale più di una porta aperta; il succo è che un disegno per suscitare tensione nell'osservatore non deve denudarsi, ma deve vestirsi di tante piccole incoerenze regolabili al piacere dell'autore e dell'osservatore stesso, perché dopo tutto il nostro intimo desiderio infantile è sempre quello di giocare ovunque con qualunque cosa ci capiti a tiro.
23 gennaio 2012
...Inoltre la composizione non è un puzzle, i pezzi che la formano non sono tutti già predisposti e non sempre entrano con naturalezza prefigurata, è il compositore a creare (forgiare) i pezzi
disegnandoli in modo che si incastrino perfettamente o dando un'immagine forte della perfezione.
Esistono la forma e la misura, la prima è la materia l'altra è il bulino, è importante usarle con cura affinchè diventino composizione o parte di esse: eccessiva forma porta eccessiva astrazione,
eccessiva massa, poco controllo; eccessiva misura porta eccessivo controllo, eccessiva semplificazione, poca architettura.
Nella composizione esistono figure retoriche, esistono regole, non esistono limiti trascurabili, laddove esistessero sarebbe necessario rafforzarli negativamente o positivamente.
Tutto ciò che esiste è trasformabile e può ricondursi ad una sintesi compositiva deducibile dall'osservazione, dalla storia, dall'esperienza, dalla critica, dagli eventi o dal nostro operato come
architetti...
20 marzo 2012
6 gennaio 2012
...Che poi entri nella Feltrinelli e ti trasformi in un intellettuale vagamente di sinistra grande intenditore.
Il 29 luglio scorso Renzo Piano ha disegnato la mappa del mediterraneo con un'Italia tratteggiata per Repubblica, lanciando un appello ai
giovani italiani perchè ridisegnino un'Italia loro, più bella e linda che pria. Ho deciso di partecipare anche io elaborando un fotomontaggio di citazioni architettoniche eterogenee, non è detto
che non decida di ritornare sul tema con qualcosa di più disegnato e complesso.
E qual è invece la vostra Italia?